Ciao amore ciao

Introduzione.

Il cantante salì sul palco favoloso di Sanremo – epicentro della musica leggera, così leggera che ci fa sognare – masticando una gomma americana. Pippo Baudo il presentatore gli disse di gettarla via e il cantante la lasciò cadere sul palco. Come se niente fosse cantò, cantò una sua canzone bellissima, s’intitolava Oppure no e diceva:

Verrà il giorno in cui vivrò
in un paese senza più frontiere
dove non si guarderà al futuro
come chiusi dentro ad un bicchiere

Era bellissima ma nessuno se ne accorse. Qualcuno davanti alla televisione invece si accorse che la gomma americana si era appiccicata alle suole del cantante successivo, e rise.
Il giorno dopo riveriti critici scrissero sui giornali che quel cantante aveva un po’ stonato, sembrava incespicare sulle parole. Tre mesi più tardi quel cantante morì di aids, a trent’anni. La canzone era stata un congedo o una preghiera.
Era il 1994, quel cantante si chiamava Alessandro Bono, ma forse è inutile pronunciare il suo nome perché nessuno se lo ricorda tranne qualche amico e qualche appassionato che lascia messaggi in rete per dire quanto era bravo. Resta il fatto che dietro a quella sua ultima canzone c’era un’agonia che nessuno vide; e la scoperta, tre mesi dopo, non bastò a far  capire la sua bravura.

(questa è l’introduzione del libro Ciao amore ciao di Pietro Gargano, uscito nel 2012)

ciaoamoreciao

Una risposta a “Ciao amore ciao”

  1. Tutto vero, grazie Gargano.
    Salutai Alessandro l’ultima volta a Sanremo pochi mesi prima del suo viaggio musicale nel senza tempo. Eravamo vicino al Des Etrangers. Lo ricordo un ragazzo sensibile e disponibile. Ci lasciammo con un arrivederci con l’intento di scrivere un brano insieme, Era rimasto positivamente interessato dal fatto che per me la musica era un modo per accogliere il dolore negli altri e che sarei voluto diventare psicoterapeuta. La profondità degli accadimenti nel vissuto di in una persona secondo me l’arte li custodisce preziosamente finchè un individuo resta nella sua dimensione terrena.
    Adriano Formoso

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